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Camino aperto o chiuso

Camino aperto o chiuso


Meglio un camino aperto o chiuso? Quali sono i pro e i contro dell’uno e dell’altro? E le regolamentazioni in merito cosa dicono? Ecco come scegliere il camino perfetto per noi, tra un modello aperto e uno chiuso.

Camino aperto: la bellezza del tradizionale

Nonostante oggi sappiamo che il caminetto aperto non è il migliore dal punto di vista di resa termica e che, spesso, rischiamo di non riuscire a metterlo a norma, esso è comunque il più richiesto sul mercato.

Camino aperto o chiuso
Camino aperto

Spesso, infatti, la scelta del camino a legna come focolare domestico è più che altro una scelta estetica. Nelle case moderne ci sono altre fonti di riscaldamento molto più efficienti, sicure ed ecologiche.

Se si sceglie di aggiungere un fuoco è, quindi, quasi sempre per ragioni puramente estetiche.

Innanzitutto il camino tradizionale riesce a riscaldare solamente un piccolo ambiente domestico. Maggiore è la metratura di casa minore sarà la resa dello stesso.

Esistono moltissime tipologie di camino e senza dubbio i più funzionali sono i termocamini. Ma quello di cui stiamo parlando è il classico camino a legna aperto. Il più amato per il suo inconfondibile valore estetico.

Il camino aperto è a norma?

C’è un grande dibattito in merito. I fumi del camino aperto sono talvolta pericolosi, soprattutto se a questo aggiungiamo delle canne fumarie vecchie e malfunzionanti.

Non tutte le regioni permettono di mettere a norma i camini aperti, proprio per questa ragione. Tuttavia, quasi tutte le case di più di qualche decennio sono provviste di camino aperto. Anni fa non era un problema, ma ora mettere a norma questi vecchi camini potrebbe essere un problema.

Spesso le emissioni di particolato sono troppo elevate e l’areazione, soprattutto in pianura non è adeguata sostenere i fumi. Per questa ragione, alcune regioni ne permettono la messa a norma solamente nei comuni al di sopra dei 300 metri. È il caso dell’Emilia Romagna, della Lombardia, del Piemonte, del Veneto e di alcune province montane.

Ciò non vuol dire necessariamente che in queste regioni non è possibile avere un camino al di sotto dei 300 metri, ma sono necessari maggiori accorgimenti per metterlo a norma.

Come mettere a norma il camino aperto

In realtà il modo più semplice per mettere a norma un camino aperto è chiuderlo. Esistono degli inserti che possono essere inseriti nell’apertura del camino per chiuderlo e ciò può essere fatto con qualsiasi camino, anche con quelli più vecchi.

In questo modo si crea quella che viene definita camera calda, la quale riduce le emissioni e aumenta il rendimento. Un caminetto in questo modo può essere anche modificato per renderlo un termo camino.

Camino chiuso

Il camino a fuoco aperto è sempre apprezzato e bello da vedere, ma dopo aver visto tutti i “problemi” che esso può causare potremmo anche pensare di optare per un camino chiuso.

Camino chiuso
Camino chiuso

Un camino chiuso è più moderno, con un vetro ceramico frontale che ne riduce le emissioni e ne aumenta le prestazioni.

Nonostante potremmo pensare che il vetro trattiene il calore all’interno, in realtà le prestazioni saranno migliori, perché esso mantiene la temperatura costante. La resa termica dei camini chiusi può arrivare fino all’80% in più rispetto ai modelli aperti.

Potremmo comunque notare un minor calore nelle immediate vicinanze, ma dobbiamo sapere che le prestazioni sono comunque migliori, ma soprattutto che le emissioni e i consumi sono notevolmente minori.

Sebbene il calore per irraggiamento è minore, essi producono una quantità di aria calda che può diffondersi anche agli ambienti domestici adiacenti a quello dove si trova il camino, diffondendo il calore in modo uniforme per tutta l’abitazione. È anche vero che sono più dispendiosi, ma nel lungo periodo consumano meno e hanno una buona durata nel tempo.