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Scarpe antinfortunistiche: guida alla scelta

Scarpe antinfortunistiche: guida alla scelta


Le scarpe antinfortunistiche sono fondamentali, e spesso obbligatorie, su molti ambienti di lavoro. Tuttavia, non tutte sono uguali. Ne esistono di vari tipi, a seconda delle esigenze. Ecco quali tipi esistono e come fare a scegliere quelle che più fanno al caso nostro.

Cosa sono le scarpe antinfortunistiche

Le scarpe antinfortunistiche sono uno dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) che sono obbligatorie o consigliate in diversi ambienti di lavoro, come i caschi antinfortunistici, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa.

Scarpe antinfortunistiche
Scarpe antinfortunistiche

Esse sono obbligatorie in molti ambienti di lavoro che potrebbero essere pericolosi, come i cantieri e le industrie, ma anche all’interno degli ospedali o nelle cucine dei ristoranti. Anche negli ambienti dove non sono obbligatorie spesso se ne consiglia l’utilizzo, come nei piccoli lavori domestici o di fai da te, per prevenire piccoli o grandi incidenti nei quali rischiamo di incorrere.

Le scarpe antinfortunistiche ci proteggono da diversi infortuni che possono essere da taglio, da colpo o da ustione.

Classificazione delle scarpe antinfortunistiche

Innanzitutto, per scegliere e capire al meglio quale scarpa fa al caso nostro dobbiamo conoscerne la classificazione. La classificazione è realizzata su una scala S (che sta per safety), seguita da lettere e numeri che ne determinano le varie caratteristiche.

  • SB (Sicurezza Base): le componenti base sono una punta resistente agli urti fino a 200 joule e una suola resistente agli oli. Le scarpe di sicurezza base rispondono agli standard EN 20345.
  • S1: soddisfano i requisiti di base come nel precedente caso, con l’aggiunta di una resistenza antistatica, di una protezione antishock per il tallone e di una suola resistente agli idrocarburi. È una scarpa consigliata per ambienti asciutti e terreni piatti.
  • S1P: è uguale al modello S1, con l’aggiunta di una suola anti perforazione in acciaio o in kevlar.
  • S2: anch’essa soddisfa gli stessi requisiti dell’S1, con l’aggiunta di una tomaia idrorepellente, WRU (Water Resistant Upper). Sono perfette per gli ambienti umidi e per i terreni bagnati. Essa resiste in acqua per almeno 60 minuti.
  • S2P: è uguale al modello S2, con l’aggiunta di una suola anti perforazione in acciaio o in kevlar.
  • S3: soddisfa gli stessi requisiti dell’S2P, ma essa ha anche la suola con ramponi e rilievi, utilizzata nei terreni considerati a rischio.
  • S4: a differenza dell’S2, che ha un’impermeabilità a 60 minuti, questa scarpa ha un’impermeabilità massima.
  • S5: questa scarpa racchiude la protezione massima, con tutte le caratteristiche degli altri modelli al massimo delle potenzialità.

Normative

Oltre alla normativa EN 20345, che abbiamo già menzionato, le scarpe antinfortunistiche sono regolate anche dalle normative 20346 e 20347.

Scarpe antinfortunistiche
Scarpe antinfortunistiche

Tali normative suddividono le scarpe antinfortunistiche in due classi:

  • Calzature in cuoio o altri materiali misti.
  • Calzature realizzate al 100% in gomma (completamente vulcanizzate) o calzature realizzate al 100% in polimeri (completamente stampate).

Scarpe antinfortunistiche e scivolamento

Tutte le scarpe antinfortunistiche, di qualsiasi categoria, devono essere antiscivolo. La resistenza allo scivolamento si divide in tre classi:

  • SRA: resistenza allo scivolamento su ceramica.
  • SRB: resistenza allo scivolamento su acciaio.
  • SRC: resistenza allo scivolamento su ceramica e acciaio.

Tutti i modelli disponibili

Abbiamo visto tutte le caratteristiche che le scarpe antinfortunistiche possono o devono avere, adesso vediamo quali sono i modelli esistenti.

  • Scarpe di sicurezza alte: la tomaia arriva fino alla caviglia, per garantire un supporto elevato.
  • Scarpe di sicurezza basse: sono più flessibili e offrono maggiore possibilità di movimento.
  • Stivali di sicurezza: sono perfetti nel caso di acqua o neve.
  • Sandali o mocassini di sicurezza: sono un modello senza lacci, utilizzato principalmente per mantenere una maggiore igiene all’interno dell’area di lavoro. Sono utilizzati nell’industria alimentare o nei laboratori.
  • Zoccoli di sicurezza: rimangono aperti e si possono togliere velocemente e facilmente. Solitamente hanno la punta rinforzata. Vengono utilizzati nelle cucine dei ristoranti o negli ambienti ospedalieri.