Con la crisi energetica e del gas e il conseguente aumentare delle bollette, pensavamo di dover trovare soluzioni alternative per tenere le nostre case al caldo quest’inverno. Ma a quanto pare, i problemi non finiscono qui. Avrete, infatti, sicuramente notato che il prezzo del pellet è arrivato alle stelle. E non date la colpa ai rivenditori, perché il prezzo è aumentato in tutta la catena di distribuzione. Cerchiamo di capire perché il prezzo del pellet continua ad aumentare e cosa dovremo aspettarci per quest’inverno.
Cosa è successo quest’estate
Per capire cosa aspettarsi dall’inverno dobbiamo prima fare un passo indietro e domandarci cosa sia successo quest’estate.
Sì, perché i consumatori di pellet più esperti e giudiziosi, solitamente, ne fanno scorta in estate. Con la bassa stagione si sa, il pellet (così come la legna) costa un pochino di meno. Stiamo parlando di cifre irrisorie, che a sacchetto possono variare di un euro, ma che sui grandi numeri fanno la differenza.
Eppure, quando quest’estate i consumatori hanno iniziato a cercare il pellet si sono trovati di fronte a uno scenario disarmante.
I prezzi, in realtà, erano già iniziati a salire in primavera, anche se forse non ce ne eravamo accorti, perché avevamo già spento le nostre stufe o perché stavamo ancora bruciando le nostre scorte domestiche.
Fatto sta che, arrivati in estate, quando i consumatori erano sul punto di fare scorta per l’inverno 2022-2023 i prezzi erano praticamente raddoppiati!
Perché il prezzo del pellet è aumentato
In molti hanno dato la colpa ai rivenditori, anche se in realtà, i rivenditori avevano già acquistato il prodotto a un prezzo maggiorato dai produttori e i produttori, a loro volta, hanno dovuto alzare il prezzo a causa delle difficoltà nel trovare la materia prima.
Ma per quale ragione è successo tutto ciò?
L’Italia non ha una grande produzione di pellet interno, ma per la maggior parte si avvale di approvvigionamenti che vengono dall’estero. Le tensioni internazionali causate dalla Guerra in Ucraina hanno creato una fluttuazione dei prezzi nei mercati internazionali creando una bufera nella quale i rivenditori locali si sono trovati invischiati.
In seguito alla Guerra in Ucraina, l’Unione Europea ha varato una serie di sanzioni nei confronti di Russia e Biellorussia. Ciò ha causato una riduzione dell’importazione di pellet del 10%.
Con una quantità limitata del prodotto la competizione interna dei produttori e dei rivenditori è aumentata, portando a un ulteriore aumento dei prezzi.
Aumento della richiesta
A questo dobbiamo aggiungere che, mentre la quantità di prodotto è diminuita, la richiesta di questo è aumentata esponenzialmente in tutta Europa, come conseguenza della crisi energetica.
Ma la crisi energetica non ha solo aumentato la domanda, ha creato anche un altro problema: ha aumentato i costi di produzione. Si è stimato, infatti, che i costi di produzione del pellet sono aumentati del 40% rispetto allo scorso anno, a causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.
La crisi energetica ha portato un incredibile aumento dei costi anche nel settore del trasporto, aumentando ulteriormente i costi di un prodotto che ha già moltissimi problemi.
Cosa deve fare il consumatore di pellet
Lo scenario è davvero disarmante e frustante, ma quindi cosa dovrebbe fare ora il consumatore medio di pellet?
Negli ultimi mesi sono girate moltissime voci, da chi sostiene di trovare soluzioni alternative per questo inverno a chi consiglia di fare scorta nonostante il prezzo esoso, in quanto in inverno il pellet potrebbe, addirittura, finire completamente.
Non possiamo smentire completamente tali voci, in quanto è molto improbabile che la crisi del pellet si risolva nel breve termine e, sicuramente, non prima della fine dell’inverno. Dall’altro lato è anche sbagliato correre a comprare tutto il pellet adesso, in quanto graveremo ancora di più sulla crisi.
Sarebbe utile mettersi d’accordo con il rivenditore per “prenotare” il pellet e spartire il ritiro nel corso di tutto l’inverno. Questa è la raccomandazione che è stata data da diverse associazioni europee, in quanto possiamo assicurarci l’approvvigionamento personale per l’inverno, senza gravare sulla produzione aumentando la domanda tutta in una volta.